L’OPINIONE – 13/09/2008 – n. 192
di Maria Antonietta Fontana
Il tassista è sicuramente un personaggio pittoresco, su cui tanta “letteratura” tradizionalmente si è fatta inevitabilmente, sia come oggetto di storie che come soggetto. E questo vale per tutto il mondo, senza eccezioni. Recentemente mi sono accorta che esistono perfino blog dedicati a questa categoria (internet non poteva certo mancare all’appello). Ebbene, nella giornata di oggi 13 settembre, in occasione della rassegna Porto Mediterraneo Festivalalguer ad Alghero viene presentato in Italia alla presenza dell’autore il libro “Taxi” di Khaled Al Khamissi, nella traduzione a cura della casa editrice “Il Sirente”, che – dopo avere dato attenzione ad alcuni casi letterari del panorama francofono canadese – si concentra ora sulla cultura araba contemporanea cui dedica una nuova collana di cui “Taxi” costituisce il primo volume. Ed infatti è già in programma entro la fine dell’anno anche l’uscita della traduzione italiana di “L’amore ai tempi del petrolio” di Nawal El Saadawi. Ma torniamo a “Taxi”. Nelle intenzioni dell’autore il libro è una rappresentazione della vita reale fotografata attraverso le parole della gente comune. Quindi, il tassista come fonte di storie: e di sicuro da raccontare ce n’è davvero!
Si tratta di un’opera prima, pubblicata in Egitto in lingua araba nel dicembre 2006, che è diventata immediatamente un best seller, al punto di essere già stata ristampata 7 volte. È appunto una rappresentazione della vita quotidiana di oggi al Cairo, raccontata attraverso gli occhi dei tassisti. Ne emerge un ritratto vivace, polemico, talvolta graffiante, in cui la società egiziana è dipinta per quel che è, e soprattutto per come viene percepita dalla gente comune: sogni, avventure filosofiche, amori, bugie, ricordi e politica si susseguono in un fiume di parole che rievocano suoni, colori, odori, speranze, delusioni, ma che non sono mai finzione né retorica. Al Khamissi si cimenta per la prima volta con la narrativa, ma è un intellettuale ben noto al di fuori del proprio Paese, come autore di sceneggiature cinematografiche di successo e giornalista, oltre che produttore televisivo e cinematografico. Citiamo dall’introduzione del libro ad opera dell’autore stesso: “Amo le storie dei tassisti perché rappresentano a pieno diritto un termometro dell’umore delle indomabili strade egiziane. In questo libro vi sono alcune storie che ho vissuto e ascoltato, tra l’aprile del 2005 e il marzo del 2006.
Parlo di alcune storie, e non di tutte, perché diversi amici avvocati mi hanno detto che la loro pubblicazione sarebbe bastata a farmi sbattere in galera con l’accusa di calunnia e diffamazione; e che la pubblicazione di certi nomi contenuti in determinate storie e barzellette, di cui sono pieni gli occhi e le orecchie delle strade egiziane, è un affare pericoloso…”Non vogliamo togliere il gusto ai lettori di addentrarsi in questa scoppiettante raccolta: desideriamo soltanto segnalare che l’humour che pervade l’opera è veramente intenso e particolare, e costituisce un ulteriore motivo di fascino di quest’opera. Durante il prossimo mese di dicembre avremo modo di incontrare personalmente Al Khamissi a Roma, in quanto sarà impegnato in una serie di incontri per presentare il volume, anche all’Università la Sapienza ed all’Università di RomaTre, oltre che alla Fiera del Libro di Roma ed in altre sedi ancora.