| Pesaro In Magazine | Anno IX, n. 2, Novembre/Dicembre 2014 | Maria Rita Tonti |
Economista, ma con una passione per la scrittura, Massimiliano Di Pasquale ha raccontato in un libro un paese affascinante e poco conosciuto come l’Ucraina, una terra di confine crogiolo di culture.
“L’interesse per i paesi dell’Est nasce da adolescente, a metà degli anni ’80. In quell’epoca l’Europa Occidentale riscopriva in chiave estetica e culturale il mondo che stava al di là del Muro di Berlino, decontestualizzandolo da un discorso politico-ideologico. Osservando Praga, Budapest, Dresda e Cracovia era evidente che questefossero città europee a tutti gli effetti nonostante la divisione del mondo, dovuta alla Guerra Fredda, le avesse assegnate al blocco sovietico. Con il crollo del Muro ho iniziato a viaggiare in questi luoghi. Nel 2003 a Londra ho conosciuto una ragazza ucraina di Kharkiv che mi ha invitato nel suo paese e così l’estate successiva sono andato per la prima volta in Ucraina. Sapevo che Kyiv era la capitale e conoscevo la tragedia di Chernobyl, ma non molto di più. Nel 2004 è scoppiata la Rivoluzione Arancione e l’interesse per questa nazione, che cercava di affrancarsi dal giogo moscovita e di iniziare un percorso democratico, è aumentato. Ho continuato a viaggiare raccogliendo impressioni, testimonianze, fotografie. Tutto questo materiale è confluito in Ucraina terra di confine. Ho privilegiato un approccio fresco, l’incontro con le persone e inserti storici che non appesantissero la narrazione. Il mio scopo era quello di raccontare questo paese al di fuori degli stereotipi: l’Ucraina non è la Russia e soprattutto è un paese dinamico e colorato.”
Perché consiglierebbe un viaggio in Ucraina a un turista italiano?
“Perché è un paese poliedrico e sfaccettato dove si mescolano eredità culturali polacche, asburgiche, rumene, tatare, ebraiche… Ci sono città bellissime del tutto ignote al turista italiano, come Leopoli, che conserva un’affascinante eredità polacco-asburgica. Nella capitale Kyiv, città viva e stratificata, nata molto prima di Mosca, si può leggere la storia di tanti secoli. Un tempo era famosa in tutta Europa per le sue chiese, molte delle quali furono distrutte da Stalin. Ne rimangono comunque di bellissime come la Cattedrale di Santa Sofia, il Monastero di San Michele e la Lavra. Odessa, sul mar Nero, è una città commerciale e cosmopolita; nel suo porto si sono sempre confrontate varie etnie. E ancora Vylkovo, la Venezia ucraina: un villaggio di pescatori sul delta del Danubio costruito su una serie di canali, con più imbarcazioni che automobili. Oltre a essere il paradiso del birdwatching, qui la vita sembra essersi fermata all’Ottocento.”
Come è il rapporto con le persone?
“La gente è ospitale e curiosa. Capita spesso, magari durante un viaggio, che ti offrano da mangiare e cerchino di comunicare con te. Nutrono curiosità verso l’Europa alla quale si sentono vicini come forma mentis. Gli Ucraini hanno viaggiato tanto e molti di essi hanno vissuto in Europa Occidentale, questo ha permesso loro di riflettere sulla propria storia e sulla pesante eredità sovietica. Ecco perché amano dialogare con gli Europei ogni volta che ne hanno la possibilità. Ci sono molte affinità fra Ucraini e Italiani: la sacralità del cibo, la loquacità. Ciò che caratterizza il popolo ucraino è un forte spirito di indipendenza e fierezza, eredità dell’era cosacca.”