Al Cairo c’è sempre traffico, sempre rumore, le persone sono sempre in movimento. Con questo suo carattere dinamico il Cairo sembra distaccarsi da molte altre città del mondo arabo, rilassate e contemplative, che senza fretta vivono i loro giorni. Questa megalopoli così affollata è un continuo miscuglio di vecchio e nuovo, una fonte inesauribile di contraddizioni, contaminazioni, sinergie, sorgenti inestinguibili di ispirazioni. Per la sua strana conformazione il Cairo ti disorienta, il Nilo divide la città in modo asimmetrico e scorre verso nord e questo a volte rappresenta un elemento di confusione, camminando per il centro – Down town – o come lo chiamano gli egiziani Wist el-Balad, è facile perdersi. Attraversando Wist el-Balad si incontrano una serie di piazze circolari, tutte simili e tutte con al centro una statua di un grande personaggio importante per la storia dell’Egitto. Queste piazze circolari e l’asimetria del percorso del Nilo fanno sì che le strade al Cairo non siano mai parallele, sebbene si abbia sempre l’impressione contraria. Wist el-Balad è il cuore dinamico e giovane del Cairo, ed è anche il nome di un gruppo musicale molto conosciuto che si rispecchia con la vita di questo quartiere. La loro musica Jazz è un continuo incontrarsi di sonorità occidentali (vagamente spagnole) e ritmi orientali, così come Wist el-Balad è un luogo vitale e produttivo di incontro tra artisti e creativi di ogni genere egiziani e occidentali vogliosi di comunicare e capire un mondo diverso. Questo mélange arabo-occidentale si ritrova al caffè Hurreia (Libertà). Il caffè Hurreia è uno dei pochi locali al Cairo, come dice lo stesso nome, dove vengono servite, liberamente e con disinvoltura bevande alcoliche (soprattutto la birra Stella principale marca locale), anche a clienti egiziani. Un antico e spazioso caffè con sedie e tavolini in legno e una serie infinita di specchi che riflettono continuamente i visi di queste persone; gli attimi di questi incontri e le idee che si muovono e si scambiano tra due mondi e due culture, fra una birra e un tè. Gli artisti egiziani (documentaristi, attori, coreografi, pittori.. ecc), si lamentano della poca considerazione che hanno all’interno della società. Il pubblico non li capisce, e il governo non li aiuta, finanziando solo i prodotti artistici altamente commerciali. La cultura è decisamente l’ultima ruota del carro per il rais egiziano e il suo staff. La maggior parte di questi artisti, segue uno stile indipendente, sperimentale. Hanno una linea fluida, disincantata e ancorata al presente, i loro lavori che ho avuto la possibilità di apprezzare: sono molto interessanti. Mi auguro che tutte queste idee, questo vivere e sentire egiziano, così ben rappresentato da queste opere non rimanga solo un riflesso nei vecchi specchi del caffè Hurreia, ma che riesca ad espatriare e ad avere un’eco al di fuori di questi confini.