| ANSAmed | Venerdì 1 maggio 2009 | Cristiana Missori |
ROMA – ”Invitare l’Egitto come ospite d’onore della XXII edizione della Fiera internazionale del Libro di Torino rappresenta una importante occasione per mostrare i progressi compiuti dal nostro Paese nel campo culturale e non soltanto. La nostra presenza nel capoluogo piemontese e’ un chiaro riflesso degli intensi rapporti culturali, politici e economici che da decenni intercorrono tra l’Italia e l’Egitto”.
È entusiasta l’ambasciatore egiziano a Roma, Ashraf Rashed, dell’opportunità che è stata data al suo Paese e, sia pure incidentalmente, replica a chi ha criticato la scelta della prestigiosa manifestazione di Torino. ”Oggi come ieri, insomma, l’Egitto rappresenta il faro che guida la cultura del mondo arabo”, rimarca Rashed. E a chi, come l’International Solidarity Movement (Ism) Italia o il Forum Palestina, accusa l’Egitto di ‘stringere l’assedio intorno alla Striscia di Gaza, proprio come fa Israele’, e propone di boicottarne la presenza al salone, l’ambasciatore replica: ”Gli egiziani hanno fatto moltissimo per sostenere la causa palestinese. Siamo entrati piu’ volte in guerra per loro e oggi ci battiamo affinche’ il processo di pace in Medio Oriente possa avere esiti positivi. Torino costituisce una grande opportunita’ non soltanto per la cultura egiziana, ma anche per quella palestinese e di tutto il mondo arabo. Il boicottaggio e’ fuori da ogni logica”.
Rashed non tralascia di sottolineare l’ambizioso programma che dal 14 al 18 maggio vedra’ il suo Paese protagonista della piu’ importante fiera libraria della Penisola. ”Obiettivo primario – spiega il diplomatico – e’ fare conoscere al pubblico e agli editori italiani il folto elenco di scrittori egiziani”, soltanto in parte gia’ scoperti dai lettori della sponda Nord del Mediterraneo: da Ala Al Aswani (Palazzo Yacoubian, Feltrinelli, 2006) a Ibrahim Abd al-Magid, autore per Jouvence della Casa del Gelsomino (2007); da Khaled Al Khamissi (Taxi. Le strade del Cairo si raccontano, il Sirente, 2008), all’emergente Ahmed Alaidj, classe 1974, autore di Being Abbas El Abd, accaparrato e tradotto in inglese dalla American University in Cairo Press. ”Un vivaio da cui – sottolinea l’ambasciatore – non escludo possa venire fuori il prossimo Naguib Mahfouz”, premio Nobel per la letteratura nel 1988, cui la Fiera dedichera’ un reading delle pagine piu’ belle, insieme a una retrospettiva riservata ai maestri del Novecento quali Taha Hussein, il drammaturgo Tawfik el-Hakim e il poeta Salah Abdel Sabour.
E se il filo conduttore della kermesse sara’ il tema dell’Io e la relazione con l’altro, il diverso, inteso come nemico potenziale, Egitto e Italia presentano un progetto dedicato ai piu’ piccoli. ”Da circa un anno – anticipa Rashed – editori italiani e egiziani lavorano insieme alla traduzione di alcuni volumi affinche’ bambini egiziani possano leggere alcuni dei libri letti dai loro coetanei italiani e viceversa”. E’ un modo, prosegue il diplomatico, per dimostrare che i giovani leggono cose simili, se non addirittura uguali, ”e per smantellare questa teoria assurda della diversita’ che alcuni cercano continuamente di alimentare”.
Con ”L’Egitto al femminile”, invece, il salone di Torino celebra intellettuali di fama internazionale, come Radwa Ashour, scrittrice e illustratrice tradotta in tredici Paesi tra cui l’Italia (Fabbri, Giunti, Mondadori, Fatatrac); Salwa Bakr, critica teatrale e cinematografica e Ahdaf Soueif, autrice de Il profumo delle notti sul Nilo (Piemme, 2001); o ancora la dissidente Nawal Al Saadawi, invitata dagli organizzatori della Fiera, ma non dal governo egiziano.
Tanti, poi, gli eventi previsti in giro per la citta’ e dedicati all’archeologia – con la grande mostra dei Tesori sommersi in corso alla Reggia della Venaria Reale, o gli incontri cui interverranno gli studiosi Zahi Hawass, Edda Bresciani e Francesco Tiradritti (curatore della mostra su Akhenaton allestita a palazzo Bricherasio) – ma anche alla musica, alla danza tradizionale e folcloristica egiziane.