| TuttoEgitto | Martedì 7 dicembre 2010 | abuyaqub |
Nell’Egitto in cui Mubarak celebra il suo ennesimo trionfo elettorale, in cui le opposizioni politiche non sono ufficialmente rappresentate in parlamento, essere artisti liberi di scrivere quel che si vuole è sempre più difficile. La prova vivente è Magdy el Shafee. Classe 1972, di professione fumettista, segni particolari: censurato dalle autorità egiziane per linguaggio troppo spinto. In questi giorni è in Italia per il festival Nues a testimoniare da un lato la voglia di libertà intellettuale dell’Egitto e dall’altro quanto sia reale la censura fuori dall’Italia. Magdy è l’autore di “Metro“, un graphic novel in cui senza troppi veli si fa un quadro forte e spietato della vita sociale e politica nell’Egitto di oggi. Una satira sferzante sulla miseria della vita quotidiana in un paese pieno di contraddizioni e ingiustizie e divorato da una politica invadente e corrotta. La storia è quella di un giovane informatico che non riuscendo a pagare un debito a uno strozzino, viene spinto a fare una rapina in banca. Poi intrecci con amici infidi e disposti a fregarti i soldi appena ti distrai per un attimo, politici e maneggioni finanziari uno più corrotto dell’altro, donne in carriera disposte a concedersi per avere un vantaggio e niente che non si sia già visto o sentito nell'”emancipato” Occidente. Ma troppo per l’Egitto. L’editore di Metro è stato mandato in carcere, mentre le copie del libro sono state tutte distrutte per immagini ritenute oscene e un linguaggio ritenuto troppo volgare. Per rendersi conto del livello della censura in Egitto non resta che conoscere meglio i lavori di El Shafee e poi farsi un opinione. Forse i nostri Vauri hanno di che rallegrarsi.