La Mecca-Phuket un romanzo di Saphia Azzedine
A febbraio in libreria!
“C’è un giorno, quando si è bambini, in cui si salta la corda per l’ultima volta, in cui si gioca per l’ultima volta a mosca cieca, e non si sa ancora che sarà l’ultima. nessuno si ricorda della sua ultima partita a palla avvelenata, arriva senza preavviso. In quel momento, stava succedendo la stessa cosa: ignoravo che quello sarebbe stato l’ultimo giorno in cui avrei accettato di sacrificarmi…”
Arriva “La Mecca-Phuket“, quarto titolo della collana Altriarabi Migrante, questa volta siamo in Francia, nella banlieue di Parigi. Navigando tra intelligenza pratica e stupidità teorica, Fairouz, figlia d’immigrati marocchini in Francia, combatte ostinatamente contro se stessa per emanciparsi dalle sue origini. In modo nervoso ma efficace, saprà riappropriarsi della sua vita, muovendosi tra quel che le ha trasmesso la famiglia e quello che si profila all’orizzonte. All’orizzonte, oltre la Francia, c’è la Mecca… ma dopotutto, perché non Phuket?
“Saphia Azzeddine ci offre la sua ricetta di convivenza tra culture, condividendo la sua saporosa riflessione su questioni oggi cruciali in Francia e anche in Italia: l’identità nazionale, l’appartenenza, il futuro delle seconde generazioni.” Sapientemente tradotto dal francese da Ilaria Vitali che ha curato anche la nota introduttiva, ” ‘La Mecca-Phuket’ racconta di una generazione in bilico tra vecchi e nuovi mondi, alla ricerca della propria strada.” “Per raccontare la propria indocile realtà, la generazione di Saphia Azzeddine ha creato nuovi codici linguistici, sincretici e polifonici. È nato nelle banlieue disagiate un singolare linguaggio in codice con funzioni di riconoscimento identitario e generazionale, definito “argot des cités”.”
Le illustrazioni dei libri della collana Altriarabi Migrante sono a cura di Paola Equizi, che ha svolto un singolare lavoro di grafica in accordo con l’editore. Curando anche l’immagine del frontespizio in cui appare sempre abbinata un’immagine relativa al paese d’origine e un’immagine legata al paese di accoglienza. In questo caso un tajine sta cucinando lentamente i suoi cibi prelibati placidamente vicino al fischio vigoroso e dinamico di una pentola a pressione.
Saphia Azzeddine è nata ad Agadir nel 1979. Passa l’infanzia in Marocco, all’età di nove anni, si trasferisce con la famiglia in Francia. Dopo la laurea in sociologia, si dedica prima al giornalismo, poi alla scrittura. Esordisce nel 2008 con il romanzo Confidences à Allah, da cui è stato tratta una pièce teatrale e un fumetto. Il successo le permette di continuare la carriera di scrittrice, a cui affianca esperienze di attrice e regista. Ha oggi all’attivo sei romanzi, incentrati sulla questione dell’identità femminile, tema affrontato con un’ironia graffiante che si tinge a tratti di poesia. In traduzione italiana Mio padre fa la donna delle pulizie (Gliulio Perrone Editore 2011).
Selezionato come progetto di traduzione letteraria con il bando Europa Creativa, Altriarabi Migrante raccoglie le opere di giovani e talentuosi autori europei con origini arabe. Nella stessa collana sono stati pubblicati “l’autistico e il piccione viaggiatore” di Rodaan al Galidi, “I miracoli” di Abbas Khider e “il ragazzo di Aleppo che ha dipinto la guerra” di Sumia Sukkar.