Quel giorno di Settembre la notizia uscì sui giornali.
Le tipografie avevano stampato metà riga a lettere sfuocate: “Una donna è uscita in vacanza e non è tornata”.
La scomparsa di persone era un fatto normale.
Come ogni giorno spunta il sole, così escono i giornali, nella cui pagina interna si trova l’angolo delle notizie riguardanti le persone. La parola “persone” può essere rimossa o sostituita con un’altra parola, senza che assolutamente nulla cambi. Le persone. Il popolo. La nazione. Le masse. Parole che significano tutto e niente contemporaneamente.
In prima pagina vi era una foto a colori e a grandezza naturale di Sua Maestà, dal titolo grande: “Il festeggiamento per il compleanno del re”.
La gente sfregò gli occhi, dagli angoli delle palpebre infiammati, e girò pagina dopo pagina, sbadigliando fino a far schioccare le ossa delle mascelle.
La notizia comparve nella pagina interna, si vedeva a mala pena ad occhio nudo.
“Una donna è uscita in vacanza e non è ritornata”.
Le donne non erano solite prender giorni liberi. Se una donna usciva, lo faceva per assolvere ad incombenze urgenti e per poter uscire era assolutamente necessario ottenere il permesso scritto del marito o timbrato dal suo datore di lavoro. (p.5)
Non era mai successo che una donna fosse uscita e non fosse più tornata. L’uomo poteva partire e non tornare per sette anni, e solo dopo questo periodo, la moglie aveva il diritto di separarsi da lui.
Gli uomini della polizia si mobilitarono nella sua ricerca, si stamparono volantini ed annunci sui giornali chiedendo il suo ritrovamento, viva o morta, ed annunciando una generosa ricompensa da parte di Sua Maestà il Re.
“Che legame c’è tra Sua Maestà e la scomparsa di una donna comune?”.
Era risaputo che nulla al mondo poteva accadere senza l’ordine, scritto o non scritto, di sua Maestà.
Sua Maestà, infatti, non sapeva né leggere né scrivere, e questo era un segno di distinzione. Quale era infatti il vantaggio di leggere e scrivere?
I profeti non sapevano né leggere né scrivere, era quindi possibile che il Re fosse migliore di loro?
Vi era anche la macchina da scrivere, che funzionava ad elettricità.
Una nuova macchina da scrivere invece funzionava a petrolio e scriveva in tutte le lingue.
Dietro la macchina per scrivere si trovava una sedia girevole di pelle, su cui sedeva il commissario di polizia, e dietro la sua testa pendeva dalla parete un’immagine ingrandita di sua Maestà, in una cornice d’oro, dai bordi decorati con le lettere del testo sacro.
“Era già successo che sua moglie fosse andata in vacanza?”. (p.6)
Suo marito serrò le labbra in silenzio, i suoi occhi si spalancarono come chi all’improvviso si sveglia dal sonno. Indossava il pigiama, i muscoli del suo viso erano flosci, con la punta delle dita sfregò gli occhi e sbadigliò.
Sedeva su una sedia di legno, fissata al pavimento.
“No”
“Avete litigato?”
“No”
“Ha mai lasciato la casa coniugale?” (Nota: ”sottomissione” e “ubbidienza” hanno lo stesso significato di tetto coniugale e casa del marito)
“No”
L’indagine si svolgeva in una stanza chiusa, una lampada rossa era appesa alla porta. Nulla poteva uscire ai giornali. I rapporti venivano conservati dentro una cartella segreta, dalla copertina nera, su cui era scritto: “Donna che esce in vacanza”
Il commissario di polizia era seduto sulla sedia girevole, su cui girò e si trovò con la schiena verso la parete e l’immagine di Sua Maestà. Di fronte a lui si trovava l’altra sedia, fissata al pavimento, su cui sedeva un altro uomo, non suo marito ma il suo datore di lavoro.
“Era una di quelle donne ribelli e disubbidienti all’ordine?”
Il datore di lavoro aveva accavallato le gambe, tra le sue labbra aveva una pipa nera, che si curvava in avanti come il corno di una mucca. I suoi occhi erano fissi verso l’alto. (p.7)
“No, era una donna assolutamente ubbidiente”
“E’ possibile che sia stata rapita o violentata?”
“No. Era una donna normale che non provocava in nessuno il desiderio di violentarla”
“Che cosa significa?”
“Intendo dire che era una donna sottomessa, che non provocava il desiderio di nessuno”
Il commissario di polizia annuì con il capo in segno di comprensione. Girò sulla sedia e la sua schiena si trovò di fronte al datore di lavoro ed iniziò a battere sulla macchina per scrivere. Si diffuse uno strano odore di gas bruciato. Allungò il braccio ed accese il ventilatore, poi girò di nuovo sulla sedia.
“Crede che sia fuggita?”
“Perché fuggire?”
Nessuno sapeva perché una donna poteva fuggire. Se fosse fuggita, dove sarebbe andata? Sarebbe fuggita da sola?
“Pensa che possa essere fuggita con un altro uomo?”
“Un altro uomo?”
“Sì”
“Non è possibile. Era una donna assolutamente rispettabile, non le interessava altro che il lavoro e la ricerca”
“La ricerca?” (p.8)
“Lavorava nell’unità di Ricerca, presso il Dipartimento di Archeologia”
“Archeologia. Che cosa significa?”
“Sono i monumenti antichi che vengono scoperti scavando la terra”
“Ad esempio?”
“Statue di divinità antiche come Amoun e Akhenaton, o di dee antiche come Nefertiti e Sekhmet”
“Sekhmat? Chi è ?”
“L’antica dea della morte”
“Dio ci protegga!”
Arrivò la notizia dal capo di una delle lontane stazioni di polizia: era stata avvistata una donna che si stava imbarcando su un battello.
La donna portava sulle spalle una borsa di pelle dalla lunga tracolla, sembrava una studentessa o una ricercatrice universitaria, era completamente sola, senza alcun uomo. Dalla borsa spuntava qualcosa dall’estremità di ferro appuntita, sembrava uno scalpello.
Il commissario di polizia s’irrigidì e sulla sua fronte comparvero delle gocce di sudore. Premette sul pulsante nero e la velocità del ventilatore aumentò, la base del ventilatore girava su se stessa e l’aria della stanza era asfissiante.
“Era una donna normale?” (p.9)
Sulla sedia di legno fissata al pavimento sedeva uno psicologo. La sua bocca si piegava a sinistra mentre la pipa dal corno piegato pendeva a destra, mentre gli occhi erano fissi verso l’alto, un po’ più in alto della parete, dove si trovava l’immagine rinchiusa dentro la cornice d’oro.
Soffiò il fumo intensamente sulla faccia di Sua Maestà, poi avvertì l’ansia e girò la testa in direzione del ventilatore ed abbassò le palpebre.
“Non credo che fosse una donna normale”
“Si riferisce al suo interesse per la ricerca?”
“Sì, spesso ciò che porta la donna ad interessi che esulano dalla casa, è una malattia psicologica”
“Che cosa intende?”
“Una giovane donna che si dedica ad un lavoro inutile, come collezionare statue antiche!? Non è forse un segno di malattia, o almeno di deviazione?”
“Deviazione?”
“Questo scalpello rivela ogni cosa”
“Come?”
“La donna per compensare i suoi desideri che non sono stati soddisfatti, prova piacere nell’affondare la testa dello scalpello nella terra, come se fosse il pene dell’uomo”
Il commissario di polizia sussultò sulla sedia e girò diverse volte su se stesso, come il ventilatore. (p10)
Le sue dita s’irrigidirono sulla macchina per scrivere mentre batteva la parola “pene dell’uomo”. Smise di scrivere e si girò con un movimento veloce.
“La questione diventa seria”
“Sì, lo è. Ho alcuni studi su questa malattia. La donna, dalla sua infanzia cerca inutilmente questo “pene”, e per la disperazione trasforma questo desiderio in un altro”
“Un altro desiderio? Quale ad esempio?”
“Ad esempio quello di guardarsi allo specchio, è una sorta di amore folle verso se stessa”
“Dio me ne scampi!”
“La donna è incline all’isolamento e al silenzio, e a volte prova il desiderio di rubare”
“Rubare?”
“Furto di oggetti rari e statue antiche, specialmente statue di dee femminili, è attirata da persone del suo stesso sesso e non quello opposto…”
“Dio ce ne scampi!”
“Viene colta da un urgente desiderio di sparire”
“Sparire!?”
“In un altro senso, una forte attrazione verso il suicidio o la morte”
“Dio ci protegga!” (p.11)