LA NUOVA ECOLOGIA – 18/09/2008
di Barbara Lomonaco
«Per anni ho percorso tutte le strade e i vicoli del Cairo dall’interno di un taxi. Ho una passione per le conversazioni con i tassisti». Da questa passione, lo scrittore egiziano Khaled Al Khamissi ha tratto un libro, Taxi, edito in Italia da Il Sirente, che nel suo paese d’origine è diventato un best seller: 35000 copie vendute dove 3000 sono già un successo. Nel libro, le parole dei tassisti percorrono le strade cittadine svelando sogni, speranze, affanni e rassegnazioni quotidiane. Voci del trambusto metropolitano rimbalzano sui temi caldi nell’Egitto di Mubarak. Regalano un punto di vista su una società che combatte l’indifferenza delle istituzioni con un misto tra saggezza popolare e lucide analisi politiche. E non manca qualche notazione sull’ambiente.
A metà degli anni novanta il governo egiziano emanò una legge che consentiva la conversione di tutte le vecchie auto in taxi e alle banche di finanziarne l’acquisto. Quindici anni più tardi, 80mila tassisti guidano anche per 20 ore al giorno trasportando milioni di uomini disposti a conversare, lontani dalle censure di stato, di tutto. Dalla politica all’ambiente: «Mandarono in giro della gente che misurava l’inquinamento delle marmitte […] Alla fine non riuscirono a fare niente. […] Da quel giorno per strada trovi taxi a palate»; dalle barzellette alle confidenze: «Una mia amica mi ha fatto un contratto falso in un ospedale di Ataba e la mia famiglia mi crede donna delle pulizie laggiù…»; dagli affari di cuore a quelli di stato: «Chi non è andato in galera con Nasser, non ci andrà mai; e chi non si è arricchito con Sadat, non si arricchirà mai. Mentre chi non è diventato un pezzente con Mubarak, non lo diventerà mai». Non manca nulla nelle pagine di Taxi, neppure lo spazio per il divertimento, le barzellette e il buon umore.
Percorrendo a rilento le vie di una metropoli di quasi 8milioni di abitanti, le idee dei tassisti di Al Khamissi dipingono un colorato quadro a pennellate rapide su un mondo fuori dai luoghi comuni. Nelle loro analisi si ritrovano buonsenso e trasparenza talvolta superiori a quelle di tanti «commentatori politici che riempiono di chiacchiere il mondo. Perché –le parole sono dello stesso autore- la cultura di questo popolo si rivela nelle sue anime più semplici».