| Piccolo Cinema Indipendente | Venerdì 11 febbraio 2011 |
Questo è il primo graphic novel egiziano; in Italia è stato pubblicato da poco, ma in Egitto uscì nel 2008 e fu sequestrato dopo una settimana perché “questo libro contiene immagini immorali e personaggi che somigliano a uomini politici realmente esistenti”, come dice la sentenza di condanna del tribunale.
Oggi che l’Egitto sta tentando di ribellarsi contro un regime appoggiato da Europa e Stati Uniti che, attualmente, se ne stanno a guardare, perché ogni paese è sovrano, come dice Obama, mi pare giusto promuovere questo fumetto.
Magdy El Shafee è un farmacista non ancora quarantenne, patito di fumetti, ammiratore di Pratt, che ha cominciato a disegnare vignette umoristiche sul quotidiano indipendente Dustur, guadagnandosi subito l’avversione del regime.
Metro è un thriller, una storia d’amore, un romanzo politico, scandito dalle fermate della metropolitana del Cairo; è una denuncia alla corruzione dei governanti e della polizia e della rassegnazione della maggioranza della gente. Appena due anni dopo Magdy è stato smentito: la rivolta egiziana è stata epica, ancora non sappiamo come andrà a finire, la sola cosa certa è che, come sempre, l’Europa ha motivo di vergognarsi. Se l’Egitto o la Tunisia diventeranno paesi integralisti tutto il merito se lo ripartiranno Europa e Stati Uniti, se le rivolte si concluderanno con un massacro e un ritorno dei dittatori filoamericani, il merito sarà ancora di Stati Uniti e Europa.
Quindi comprate questo fumetto, leggetelo, ascoltate i servizi in diretta dall’Egitto di Radio Popolare Network, così qualsiasi stronzata diranno alla televisione, saprete qual è la verità.
P.S. Oggi, l’11.02.2011, una data palindrome, la stessa data della liberazione di Nelson Mandela, ventun anni fa; dopo diciotto giorni in piazza Tahrir, dopo duecentodieci morti, diciotto desaparecidos e migliaia di feriti e arrestati, lo zio di Ruby ha dato le dimissioni. La gente è entrata nella metropolitana e sta cancellando il nome della stazione intitolata a Mubarak da tutte le mappe.
Assieme all’ammirazione per il popolo egiziano c’è tanta invidia e un briciolo di speranza perché, dice il proverbio, non c’è due senza tre e, in fondo in fondo, qualcosa di vero nei proverbi ci dovrà pur essere.
Terminerei con una barzelletta, sentita alla radio, che raccontano a Gaza, dove c’è poco da ridere e la fine di Mubarak è stata salutata con grande soddisfazione: Dopo la rivolta, Mubarak viene imprigionato per essere processato. Arriva una telefonata di Berlusconi alla polizia: “Liberate subito Mubarak: è lo zio di Ruby.”