IL MESSAGGERO – 8/12/2008
di Matteo Chiavarone
Per il settimo anno consecutivo si è svolta a roma “Più libri più liberi”, la fiera della piccola e media editoria e, nonostante la crisi, ancora una volta i risultati sono in crescita. Segno che la qualità paga.
Pronti via, passa il primo giorno e già si era iniziato a parlare di record. E così è stato. Anche quest’anno Più libri Più liberi, fiera della piccola e media editoria, ha ottenuto risultati davvero incredibili. E pensare che alla vigilia la forte crisi economica che si è abbattuta sul nostro paese aveva preoccupato e non poco organizzatori e addetti al lavoro. Più 20% d’affluenza alla giornata di presentazione, anche se potrebbe aver influito il cambiamento di giorno (da giovedì a venerdì), e sicuramente, nel totale e aspettando i risultati finali, ha superato i cinquantamila visitatori dell’edizione precedente e il numero di vendite.
Hanno inaugurato la rassegna il Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali Francesco Maria Giro e gli assessori alla cultura di Comune, Regione e Provincia, Umberto Croppi, Giulia Rodano e Cecilia D’Elia. A fare gli onori di casa il presidente del Comitato piccoli editori dell’AIE Enrico Iacometti, il direttore della Fiera Fabio del Giudice e gli ambasciatori di Nicaragua, Colombia e Salvador (una delle novità della settima edizione è la vetrina di letteratura latinoamericana America Latina. Tierra de Libros). Nei quattro giorni sono stati moltissimi gli incontri con personaggi della cultura, dello spettacolo e della scienza. Si è andati da una Rita Levi Montalcini applauditissima ad un Andrea Camilleri in grande spolvero che insieme ad un bravo Sergio Rubini hanno interpretato la “intervista impossibile” a Venerdì di Robinson Crusoe.
In generale tutti gli appuntamenti del Caffè letterario sono stati affollatissimi: Massimo Carlotto, Lee Stringer, Sergio Cameriere, Caterina Guzzanti. Così come affollatissimo, ma stavolta di una ondata di bambini e giovanissimi, è stato l’incontro con Paolo Bonolis (tornato indietro negli anni, ai tempi di Bim Bum Bam), Pennino Finnegan e la fabbrica di baci di Nicola Brunialti. Sale piene anche per Pupi Avati, Gianrico Carofiglio, Carlo Lucarelli, Umberto Croppi, Enrico Montesano, Rocco Papaleo, Sandro Portelli, Nada, Khaled Al Khamissi, Nicolas Fargues, segno che tutti gli eventi sono stati organizzati al meglio, cercando di condire il più possibile una fiera che sta diventando, anno dopo anno, sempre più vivace, una scommessa vinta da tutti quelli che ci hanno creduto, sin da quel lontanissimo 2002, anno della prima edizione.
Il giorno della chiusura, lunedì 8 dicembre, fortunatamente festivo, ha offerto una standing ovation a Stefano Benni che ha salutato i lettori del suo Miss Galassia, splendido volume illustrato edito da Orecchio Acerbo e scritto a quattro mani con Luci Gutierrez, autrice dei disegni. Nel pomeriggio un Umberto Eco sommerso di applausi ha partecipato all’incontro sulla “Traduzione d’autore”, incantando come sempre la platea con il suo stile a metà strada tra l’accademico e l’ironico (un’ironia come sempre colta e sottile). L’autore de Il nome della Rosa ha partecipato anche, come ospite, alla diretta quotidiana di Radio 3 Fahrenheit, con un Marino Sinibaldi, che alla fine di tre ore molto piacevoli, ha nominato il vincitore de Il libro dell’anno.
Ad aggiudicarsi il premio è stato Boris Pahor, che con il suo Necropolis (Fazi 2008), libro davvero molto intenso e sconvolgente, scritto con un linguaggio crudo che non cede all’autocommiserazione, ha ribaltato i pronostici che vedevano in Giordano (La solitudine dei numeri primi) il favorito assoluto. E se Boris Pahor ci racconta la sua esperienza del mondo dei campi di concentramento nazisti nella speranza che la memoria non si perda e la storia non sia passata invano, tutti gli altri autori selezionati ci permettono di osservare la realtà (o l’irrealtà) attraverso sguardi sempre attenti, vivi, emozionali. Tra i libri in lizza molto belli quelli di Cavina (I frutti dimenticati), di Walter Siti (Il contagio), di Francesco Piccolo (La separazione del maschio).