Descrizione
[st_icon name=’quote-left’ size=’icon-1′ color=” type=’normal’ background=” border_color=” align=’ss-none’ icon_spin=’no’]C’era un tempo in Abruzzo un grande lago – ma non molto profondo – che si chiamava Fùcino. [st_icon name=’quote-right’ size=’icon-1′ color=” type=’normal’ background=” border_color=” align=’ss-none’ icon_spin=’no’] [st_divider_dashed] Questo libro non è un saggio storiografico o la guida turistica della zona. È un romanzo, e la piana del Fùcino è l’avvincente luogo in cui si dipanano i conflitti esistenziali, familiari e interiori dell’autore. Conflitti che sono poi quelli di tutti: tra padre e figlio, tra l’adulto e il bambino, nel sogno spesso devastante di un impossibile ritorno al Paradiso oramai smarrito. Sono ferite e traumi che si nascondono in ciascuno di noi, rimossi o relegati in una piega dell’anima; ma seguendo Carvelli nel suo viaggio lungo il Fùcino dell’infanzia riemergono e nel rimpianto del suo Eden perduto riscopriamo anche il nostro. |
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[st_divider_text position=’left’ text=’Autore / Author’] Roberto Carvelli (Roma, 14 gennaio 1968) è un giornalista e scrittore italiano. È autore di opere di narrativa, guide di viaggio e inchieste. Si è laureato in lettere nel 1992 presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi sull’opera narrativa di Tonino Guerra tra cinema e letteratura. Suoi racconti e saggi sono usciti su varie riviste: Tratti, Rendiconti, Buddismo & Società, Carta, Kerosene, Maltese Narrazioni, Fernandel, Private, Delitti di Carta, Blue, Il Giuoco d’Assalto e Storie. Ha ideato e coordina il sito Perdersi a Roma. È l’autore della voce “appallottolare” per il Dizionario affettivo della letteratura italiana (a cura di Matteo B. Bianchi e Giorgio Vasta – Fandango, 2008). |