| Araba Fenice | Sabato 5 giugno 2010 | Sara Biagioli |
“Quando ho cominciato a descrivere questo gioco, non sapevo bene dove mi avrebbero condotto i miei passi: davanti a me solo la pagina bianca, la musica e un fastidioso prurito alla mano…” Con questa premessa e sotto l’influenza dell’album The Wall dei Pink Floyd, Ahmed Nagi, giovane scrittore e giornalista egiziano nato a Mansura nel 1985, ci porta a spasso in un mondo fantastico e surreale, fatto di ricordi, leggende e immagini, a volte divertenti, altre volte molto crude. Molto noto in Egitto come blogger, Ahmed Nagi, utilizza la rete per sperimentare un nuovo linguaggio, arabo classico misto a slang, che avvicini la gente comune alla letteratura. E anche Rogers (il Sirente, collana altriarabi, Fagnano Alto, pp. 116), il suo primo libro pubblicato al Cairo nel 2007, è un gioco di parole, suoni, colori e sensazioni. Non c’è un vero e proprio filo conduttore nella narrazione, ma è piu’ una carrellata di visioni, messe giu’ come capita sotto l’ispirazione delle parole di Roger Waters, leader dei Pink Floyd. Parole ribelli, di protesta che vorrebbero rompere il muro dell’incomunicabilità costruito attorno all’individuo nella società moderna.
“Ho scoperto che la musica mi spingeva a entrare sempre più in me stesso, a scrivere della mia infanzia, dei miei pantaloncini verdi e di quelli azzurri, della nostra via, di mia madre e di mio nonno…”. Come nel suo blog, “
wasa khaialak” (allarga la tua immaginazione),
Nagi utilizza il foglio bianco come un non luogo dove far circolare liberamente le idee. Ecco che ci troviamo allora di fronte a supereroi dell’infanzia, come Superman, a un drago divorato dal sole, a balene che volano, ma anche a personaggi reali come una bambina che suona il pianoforte in tempo di guerra, un compagno di giochi cha ammazza la sorellina per gioco, uno storico proprietario di un negozio fatiscente. Il viaggio fantastico di
Rogers si arrichisce, anche grazie all’uso di hashish e alcol, di donne con cui si puo’ consumare sesso ma non amore, di amici con cui si è condiviso l’appartamento, di parenti che hanno segnato le tappe della vita dell’autore.
“E ora eccomi qua, completamente in preda al piacere, con la mente rapita, lo spirito e la mano guidati dalla musica, verso non so più quale direzione”. Sicuramente
Ahmed Nagi, uno dei più giovani redattori di
Akhbar el-Adab, prestigioso settimanale letterario, vuol dare un nuovo impulso al panorama letterario arabo. Creando quest’opera, che si colloca nel reale metropolitano contemporaneo, tenta di rompere gli schemi con la tradizione, pur rimanendo legato ad elementi leggendari e fiabeschi. La pubblicazione di Rogers ha suscitato molte critiche negli ambienti letterari, ma è indubbio che
Ahmed Nagi è una voce che vale la pena di essere letta per capire gli idealismi, le utopie e le frustrazioni di un ventenne egiziano appartenente alla generazione dei blogger.