di Réginald Martel (La Presse, Sabato 21 marzo 1981)
Più di trecento pagine di grande formato e a caratteri piccolissimi, è una cosa da far paura. E François Barcelo, detto tra noi, non è un nome noto. E il titolo del suo libro, Agénor, Agénor, Agénor et Agénor, di per sé non promette nulla. Allora si sfoglia il volume e poi lo si posa per un po’ di tempo; ci si torna su e si fa la stessa cosa. E poi, alla fine, punzecchiati nel vivo da un intervento dell’autore, sorta di intimazione a commentare, il critico letterario ci si mette per davvero.
Diciamolo francamente: ecco un’esperienza di lettura assolutamente nuova. Veramente nessuno da queste parti ha mai scritto qualcosa che assomigli neanche da vicino agli Agénor di François Barcelo. “Romanzo”, secondo l’editore. Si tratta piùttosto di un enorme racconto, o piuttosto di un corpus di racconti, che riunisce nel passato e nel presente, nell’altrove e nel qui così tanti personaggi che si smette di contarli, senza però dimenticarne uno solo e soprattutto senza confonderli.
François Barcelo non si perde né perde il lettore. Con la sua verve che non diminuisce mai di intensità,, con un’immaginazione folle, un senso molto forte dell’intensità drammatica, il narratore propone e impone le situazioni più strampalate o quelle più commoventi, senza mai indugiarvi più del necessario. Dopo quindici pagine, sappiamo che il libro non lascerà più le nostre mani e che ci aspettano alcune magnifiche notti in bianco.
Pagina dopo pagina, l’autore trattiene solo una dozzina di personaggi o poco più. E mentre un capitolo inquadra l’azione e la rilancia, il successivo racconta la storia di uno dei personaggi, senza che ci sia veramente iato nella narrazione. Si tratta in qualche modo di prendere la lente di ingrandimento per esaminare nei suoi dettagli migliori la caricatura. Caricatura? È un modo per dire che i tratti dei personaggi sono fortemente accentuati. Si intuisce che François Barcelo quasi crede in loro, nei suoi personaggi, che ad ogni modo li ama, e che i loro difetti sono solo qualità supplementari per renderli più affascinanti.
L’evidenza dell’inverosimile.
La forza del talento consiste nel far credere al lettore che l’inverosimile sia la realtà. Nessuno oserà contestare l’evidenza del passaggio di uno degli Agénor, un extraterrestre, nella vita di rozzi contadini, radicati nella natura ma che minaccia, col passar del tempo, tra il XIX secolo e questo qui, la cultura e le forme più moderne di asservimento.
Non è possibile riassumere un libro del genere, se non attraverso alcune costanti: l’erotismo, l’umorismo e la tenerezza prorompente. I personaggi femminili sono magnifici, da tutti i punti di vista, cosa che favorisce i propositi dell’autore e di coloro che li amano. Che li amano e che li seguono, poiché in molti casi sono loro a portare avanti il destino del clan. Sono loro a scegliere i propri uomini e a fare la Storia. Personaggi indimenticabili, che non smettono di essere presenti nella memoria, fino a che non si chiude questo libro troppo corto. Ma François Barcelo promette quasi un seguito.
L’umorismo occupa un posto importante, non tanto con i brillanti giochi di parole, che sono piuttosto rari, ma nel ritmo stesso di una scrittura estremamente vivace, in cui la formula ellittica o incisiva segue o precede la lunga fase descrittiva. Umorismo alle spese dei personaggi, che sono spesso commoventi per l’ingenuità o la loro assurdità.
E poi la tenerezza avvolge tutto quanto, attraverso i drammi stessi vissuti dai personaggi, attraverso le guerre che devono portare gli uomini in paesi stranieri. Perché c’è posto per l’epopea, per i grandi atti di coraggio, in questo affresco sempre mutevole e che riesce sempre a stupire.
I racconti di François Barcelo non prendono in prestito granché dal folklore. La leggenda e le magie nascono dalla sua penna, provenendo dall’universo che a poco a poco nasce e si amplia: è qualcosa di nuovo. Al contrario, le allusioni alla storia sono numerose, alla nostra storia in particolare, che l’autore evoca facendo l’occhiolino al lettore. È proprio qui e di qui che sono i suoi personaggi, che portano dentro di sé allo stesso tempo quello che siamo stati e quello che siamo, e anche quello che non riusciamo a essere. Fortunatamente, François Barcelo ha saputo resistere fino alla fine alla tentazione, sempre che l’abbia avuta, di fare un romanzo a tesi.
Siamo infatti in piena letteratura d’immaginazione, una letteratura fresca, colorata e che scoppia di salute. Una letteratura che trova il suo giusto posto in una collana che attira e riunisce, salvo eccezioni, alcuni degli scrittori maggiormente suscettibili di costituire questa nuova generazione di scrittori franchi tiratori che rinnoverano la prosa in Québec. Saremmo molto avveduti a far la conoscenza di François Barcelo. Per un piacere di leggere garantito.
(traduzione di Simone Benvenuti)