| La Repubblica | Venerdì 22 maggio 2009 | Francesca Caferri |
La battaglia per le strade del Cairo è cominciata. E promette di essere lunga, rumorosa, trasgressiva. Non è la solita lotta per la sopravvivenza nel traffico di una delle metropoli più caotiche del mondo, né tantomeno il quotidiano braccio di ferro fra chi infrange le regole della strada e chi cerca di farle rispettare. L’ ultima guerra che si è scatenata sui viali e nei vicoli della capitale egiziana l’ hanno dichiarata i tassisti al governo: oggetto del contendere la direttiva con la quale le autorità hanno stabilito che entro tre anni tutti i taxi egiziani più vecchi di 25 anni dovranno obbligatoriamente essere rimpiazzati con auto più nuove. «Ridurre l’ inquinamento e il numero di incidenti sono priorità non più rimandabili», è la linea del ministero dell’ Interno, che promette di ripulire le strade egiziane entro il 2011da Dacia 1300 romene, Fiat 1300, Peugeot 504 e Shahins turche. Il provvedimento riguarda migliaia di taxi (40mila nella sola Cairo), ma per il momento solo cinquemila tassisti hanno dimostrato interesse a cambiare macchina.A chi rottamerà il vecchio mezzo,i produttori garantiranno uno sconto fra le 2000 e le 5000 sterline egiziane (fra 270 e i 670 euro circa) sull’ acquisto di un’ auto nuova, le banche mutui a tassi favorevoli e il ministero dei trasporti un finanziamento mensile e l’ assegnazione di una campagna pubblicitaria da esporre sulle portiere: i proventi andranno direttamente al proprietario della macchina. Qualche settimana fa le prime auto nuove sono arrivate, i tassisti hanno capito che la legge, almeno in questa prima fase, non sarebbe rimasta sulla carta e per questo hanno cominciato a protestare. Walid, impiegato pubblico e – come secondo lavoro – tassistaè stato frai primia parlare con i giornalisti: «Guadagno 1000 sterline al mese guidando ed è il doppio di quanto prendo in ufficio. Non cambierò la mia macchina a meno che non mi forzino». «Lo stato dell’ auto dipende dal proprietario e dall’ autista, non dall’ anno di produzione. La mia è degli anni ‘ 70 ma è in un condizioni migliori di molte vetture nuove», ha insistito con i cronisti del settimanale Al Ahram un altro tassista, Ahmed Sayed. A prima vista il governo non sembra intenzionato a fermarsi. «I freni sono quasi distrutti. Le ruote possono staccarsi. Queste auto provocano un grosso numero di incidenti», ha detto commentando le polemiche Sharif Gomaa, del ministero dell’ Interno. Ma un esperto della vita dei taxi cairoti come Khaled al Khamissi ritiene che ancora una volta la riforma non passerà. «Non perché non sia una buona idea – spiega – ma perché, come spesso accade, l’ applicazione è pessima. Le auto fra cui i tassisti possono scegliere per accedere ai finanziamenti sono modelli cari e vecchi, come la Lada russa. Tutti sanno che nel giro di due anni questa macchina sarà rotta e inquinerà tanto quanto le quelle che hanno 30 anni». Al Khamissi sa di cosa parla: nel 2007 il suo primo libro – “Taxi, le strade del Cairo si raccontano”, storie ed aneddoti sulla vita quotidiana nella capitale egiziana vista attraverso i finestrini – vendette centinaia di migliaia di copie e fu ristampato sette volte. «È come provare a mettere il trucco sul viso di un morto per farlo sembrare più bello – ironizza l’ autore – il governo vuole migliorare l’ aspetto del Cairo. E cosa fa? Propone modelli scadenti e costosi. E come pensano che i tassisti possano pagarle? Non possono certo aumentare i costi delle corse, che sono già troppo care per gli egiziani». Cosa fare allora? Al Khamissi non ha la sfera per vedere il futuro, ma vive al Cairo da anni ed è certo che questa riforma, come tante di quelle che l’ hanno preceduta, affonderà presto: «Questo è l’ Egitto – conclude – le regole che valgono per altri paesi qui non funzionano mai».